DAL PASSO DELLA FUTA AL P.SSO DEL GIOGO, LUNGO LE SORGENTI DEL TAVAIANO E DEL LEVISIONE (00 CAI)
- Escursione alquanto faticosa, da fare solo con tempo favorevole. Segue il crinale con bellissimi panorami, fra boschi cedui di faggio e ampie radure.
- ORE: 4,45-5,00.
- DISLIVELLO: 700 m.
- ACCESSI: Passo della Futa e del Giogo.
- CARTE I.G.M.: Futa, Barberino di M.llo, Ronta.
Dal punto GEA di MONTE DI FO' (764 m.) (posto tappa), si prosegue verso il PASSO DELLA FUTA seguendo la S.Statale 65 omonima fino al VOLTONE (1,5-2 chilometri verso monte).
Seguendo la Statale dopo circa 1 Km si arriva all'APPARITA dove prendendo a destra per carrareccia è possibile raggiugere il MONTE GAZZARO con la variante G.E.A.
Per l’escursione sull'anello 12 è preferibile prima del VOLTONE prendere a sinistra la vecchia strada militare alternativa alla Statale, seguita dall'itinerario 52 CAI.
Seguendo quest'ultimo si giunge in breve sul crinale di MONTE POGGIONE in corrispondenza di un quadrivio. Evitando sulla destra strada che scende all'APPARITA e sulla sinistra il sentiero che porta a SANTA LUCIA, si prende la stradella forestale, meno battuta, che volge leggermente sinistra.
Si costeggia la testata di una valletta dove in basso si trova la frazione di BADIA, e si esce su una carrareccia, proveniente dalla frazione suddetta, in un punto in corrispondenza di una curva verso sinistra.
Continuando in salita per la carrareccia, si esce su una strada sterrata percorsa dall'anello principale “00” CAI, che dal PASSO DELLA FUTA va verso ovest, proprio di fronte ad un box dell'ANAS.
Deviando di pochi metri a destra si arriva sulla strada che dalla FUTA raggiunge il bivio della S.Statale 65, dove l'anello 12 si immette nell'anello principale.
Dal Valico DELLA FUTA (912 m.), dove la Statale 65 segue la strada venne costruita dalla Repubblica di FIRENZE intorno al 1300, in alternativa a quella, controllata dagli Ubaldini, che passava dal Passo dell'OSTERIA BRUCIATA, si prende a destra, per circa 50 metri la strada per Firenzuola e si imbocca a destra un sentiero che sale fra un rimboschimento di abete poco a nord della cresta.
Si attraversa un bosco, prima di faggi, poi di abeti e si supera una recinzione per l'apposito passaggio. Arrivati a una piccola conca erbosa, si trascura un sentiero che scende a sinistra e ne segue un altro, leggermente sulla destra, che raggiunge la cresta presso un piccolo ripetitore. Si sale lungo la cresta, per prati, sul limite del bosco che occupa il versante sud. Si entra in un bosco di faggi e si arriva a un grande pannello ripetitore; prima fra boschi di faggi, poi per prati, lungo una recinzione con paletti di cemento, si arriva alla prima cima M. GAZZARO (1118 m.), ove è una grande croce, con un altarino in pietra. Si segue ancora un poco la recinzione, che poi cessa.
Sempre per cresta si arriva alla seconda cima del MONTE GAZZARO (1125m.), dalla quale, evitando i dirupi che si aprono davanti, si discende per sentiero che segue una rapida crestina sulla sinistra. In qualche punto occorre attenzione. Dopo un piccolo pianoro, si riprende a scendere, sempre lungo la crestina al limite nord del dirupo del GAZZARO, fra bosco. Dopo una selletta erbosa, si scende verso destra al casolare di PARACCHIA, dal quale parte a destra l'Itinerario 50 CAI per CASTELLANA e MARCOIANO, seguito dall'anello 12 di MONTE DI FO' e CASTELLANA, e si risale per stradella Passo dall'OSTERIA BRUCIATA (917 m.), antico luogo di sosta, su strada tracciata forse degli Etruschi (1), ove si può anche giungere per cresta, salendo e discendendo MONTE POGGIOLINO.
Dal Passo si staccano a destra l'itinerario 46 CAI per S. AGATA e, a sinistra, l'itinerario 23 CAI per CASTRO S. MARTINO.
Si riprende a salire per prati, fino alla cima del MONTE FAGGIO ALL'OMBRELLINO (1056 m.), dove si incontra l'anello secondario 13 di S. AGATA; seguendo il limite del bosco si obliqua leggermente a sinistra e, con alcuni saliscendi, si prosegue, sempre lungo cresta, verso un gruppo di abeti. Raggiunta una stradella proveniente da nord si lascia subito per continuare a destra, salendo per il crinale boscoso. A destra scende, poco oltre, l'itinerario 44 CAI per CASALI e S. AGATA, seguito dall'anello 13.
Dopo una sella prativa, si riprende a salire traversando un prato, un boschetto e una ripida zona erbosa. Si entra nel bosco che copre la sommità di MONTE CASTEL GUERRINO (1117 m.), e si aggira leggermente sulla destra., cioè da sud, toccando uno dei migliori punti panoramici dell'escursione, ove la vista può giungere fino al Tirreno e all'Adriatico. Sulla cima, gli Ubaldini eressero una fortezza a difesa della strada del Passo dell'OSTERIA BRUCIATA, la cosiddetta "VIA VECCHIA", passata poi ai Fiorentini e demolita.
Si ridiscende la cresta boscosa, dapprima assai ripidamente, poi rasentando, sul lato nord, alcuni rimboschimenti di pino.
In corrispondenza di una ripida scarpata con rocce friabili, si trascura un sentiero che scende a sinistra in direzione di una sottostante capanna della Forestale. Si sale POGGIO RONCOLOMBELLO (1016 m.), si scende un pò, e, sempre per cresta, si risale alla vicina del MONTE PIAGGIONE (1041 m.).
Si attraversa il pianoro erboso della sommità tenendosi al centro del medesimo, evitando di scendere a nord.
Rientrati nel bosco, si scende assai ripidamente in direzione del GIOGO, il cui ristorante è ora ben visibile, in basso. Con una secca curva a sinistra, fra pini, si esce su un sentiero più ampio che segue in quota il versante nord.
Si prende a destra per questo sentiero, per circa 200 m. fino ad un traliccio, dove giunge, sulla destra, una stradella (itinerario 42 CAI) da CAVALLICO, CASALI e S.AGATA, e si entra in un'altra stradella forestale, proveniente da sinistra, chiusa al suo termine con sbarra metallica. Subito al di là della sbarra si è sul PASSO DEL GIOGO (882 m.) in prossimità del ristorante.
(1) TALE STRADA, POCO PIU' DI UNA MULATTIERA, FU PRATICATA ANCHE DAI GALLI, E SEMBRA CHE ANNIBALE L'ABBIA PERCORSA NEL 1217 A.C. DURANTE LA II^ GUERRA PUNICA.
IL NOME OSTERIA BRUCIATA DERIVA DA UNA ANTICA OSTERIA CHE VI SORGEVA, POSTO DI SOSTA PER VIANDANTI E PELLEGRINI, CHE FU POI INCENDIATA PERCHE' DIVENUTA COVO DI MALFATTORI.